WHAT :         Make Sentences Pro è un’applicazione che consente di imparare a scrivere in inglese in modo corretto.

 

 

 

WHY:             Make Sentences Pro aiuta le persone a creare delle frasi a partire da parole date al fine di aiutarle a capire la grammatica inglese.

 

 

 

WHERE :      Piattaforma: Play Store per Android, AppStore per Apple (in iOS l’app si chiama Make Sentences – Age 5-35).

 

 

 

WHO:             Sviluppato da ColorsKit. Chiunque può utilizzare l’applicazione, anche chi avesse difficoltà; infatti, Make Sentences Pro aiuta a scrivere frasi in inglese, che siano grammaticalmente corrette.

 

 

HOW:             Per usare l’applicazione la si deve scaricarla da uno store e poi, quando la si fa partire sul proprio dispositivo, ci si deve registrare. Dopo di ciò, l’applicazione richiede il risultato di un’addizione (forse per giudicare il livello) e, infine, la si può utilizzare.

 

WHEN:          Si può usare l’applicazione nel tempo libero, semplicemente per esercitare le proprie abilità in inglese.

 

    Dopo aver scaricato ed installato l’applicazione, bisogna registrarsi e poi si può iniziare ad usarla. La prima cosa che l’app richiede è di calcolare il risultato di una semplice operazione (come si vede

nell’immagine sottostante).

                                                                                            

 

Successivamente, dopo aver visto un piccolo tutorial suggerito dall’applicazione (che può essere saltato), si può iniziare ad allenarsi con il gioco: trascinare le parole e rilasciarle nelle posizioni corrette nelle frasi e farlo più velocemente possibile. Utilizzando l’applicazione abbastanza spesso si possono migliorare le proprie abilità nella grammatica inglese.

L’applicazione funziona bene ed è semplice da usare, ma richiede di registrarsi per poterla utilizzare.

 

                                                                                             

 

                                                                                                      

 

 A cura di Matteo Ferfoglia